domenica 21 marzo 2010

Un'etica della responsabilità

Una vera etica della responsabilità dovrebbe investire non solo quelle autorità e quegli uomini che hanno potere decisionale, ma
dovrebbe richiedere un impegno da parte di tutte quelle forze che formano l'opinione pubblica. Quelle forze, evidentemente, sono i
mezzi d'informazione che, in definitiva, condizionano l'opinione di ogni singolo individuo.
Una vera etica della responsabilità presuppone che vengano sciolte le ambiguità che lasciano ampi margini di interpretazione e, di conseguenza, di scontro.
Per porre fine al conflitto è necessario che ci siano due interlocutori che si siedano ad uno stesso tavolo, che abbiano la volontà di capirsi e, cosa più importante, che parlino la stessa lingua. E' proprio il linguaggio quello che manca, o meglio, è l'ambiguità dei termini che impedisce una vera presa di posizione responsabile.
Si parla spesso, a proposito di Israele e Palestina, di diritto. Precisando che diritto non è sinonimo di giustizia, bisogna prendere atto di come, in quella terra, il diritto sia la cosa più violata.
Diritto non significa giustizia, o almeno non solo questo; diritto non è un insieme di leggi, o almeno non solo questo; diritto, infine, è anche qualcosa di non negoziabile.
Ci sono diritti che sono, o dovrebbero essere, riconosciuti propri dell'uomo e che non possono dipendere dalle diverse leggi dei differenti paesi.
Ma è quando due diritti si scontrano che sorge il problema:
dove inizia il diritto alla sicurezza di Israele e dove finisce il diritto al movimento dei Palestinesi?
Se non si arriva ad una risposta, l'unica soluzione possibile è un muro, sia fisico che ideologico.
E ancora: cosa significa 'terrorismo'? Chi è terrorista e chi è soldato? Che differenza c'è tra un'azione di guerra e una pulizia etnica? Cosa significa sionista? Ed ebreo? E israeliano? Tutti gli ebrei sono sionisti? Tutti gli israeliani sono ebrei e sionisti?
Molte di queste domande possono trovare una risposta nello studio della storia.
Alle domande più importanti, quelle sui diritti, la giustizia e la pace, possono dare una risposta solo coloro che hanno il potere, e quindi la responsabilità, di darne.
Quindi, in definitiva, una spiegazione storica della questione israelo-palestinese è la storia del perché una risposta, ancora, non ce l'abbiano data.

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