giovedì 18 marzo 2010

Ognuno si fa la sua Storia

Per cogliere tutte le sfumature che caratterizzano il conflitto arabo-israeliano è indispensabile ricercarne le radici nella Storia.
E' un lavoro difficile per diverse ragioni: in primo luogo si deve arretrare nel tempo, e cominciare l'indagine dalla fine dell'Ottocento.
Inoltre, è un conflitto che può essere equiparato ad un libro non ancora terminato ma che può vantare la stesura di numerosi capitoli, tutti completi e coerenti.Ogni capitolo può dirsi concluso, ma il suo apporto rimarrà aperto fino a quando non sarà messo il punto definitivo a tutto il racconto.
Questa continuità fatta di episodi ormai datati, che però mantengono inalterata la loro influenza sulla situazione odierna, ha contribuito a rendere difficile un'interpretazione univoca. Ecco che, allora, un'analisi storica sulle origini e sulle prospettive dellla questione israelo-palestinese non può ridursi ad una cronologia delle tappe più importanti che hanno portato alla nascita dello Stato d'Israele e che hanno scandito i suoi scontri con gli arabi e i palestinesi.
Dietro ad ogni avvenimento ci sono delle logiche che si possono disvelare solo conoscendo le pieghe culturali e politiche che lo sostengono.
In questo spazio è impossibile trattare tutti gli avvenimenti che hanno portato alla situazione odierna. Questo spazio è invece utile, al di là del numero di persone che leggerano ciò che scrivo, per ribadire che la Storia non è mai una.
Bisogna studiare sempre due punti di vista per capire gli errori che vi sono in una parte e nell'altra. Non bisogna mai formarsi un terzo punto di vista che sia il risultato della sintesi tra i primi due.
Bisogna sempre tener presente che il conflitto in palestina è sì Storia, ma non solo quella fatta dai leader. E' la storia delle vittime incolpevoli, è un romanzo realista scritto da un principiante che mischia stili e generi letterari diversi.

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